martedì 7 ottobre 2008

[LIBERI DI LEGGERE]

Due libri.
Due libri che analizzano la stessa vicenda da due punti di vista diametralmente opposti. Eppure furono collaterali e contigui per lunghissimo tempo. Ma ciò che emerge dalla lettura di entrambi è che, nella sostanza, Vincino e Sparagna non si sono mai amati. Sopportati sì, amati mai! Ma quelli, a detta di chi li ha vissuti, erano anni di passioni forti. Erano gli anni de Il Male prima e di Frigidaire dopo. Non soltanto due riviste, ma ben due pezzi di Storia (con la maiuscola!) dell’ultimo scorcio del secolo scorso. La prima ha rappresentato uno spartiacque fra la satira istituzionale (se mai ne è esistita una) e quella contro. Da un’idea del mai troppo compianto Pino Zac, sulla falsa riga del più anziano Canard Enchainnè, Il Male si mostrò da subito per quello che era: satira allo stato puro! Contro il potere; contro l’ascesa di una fradicia borghesia che, di lì a poco, avrebbe corrotto in tutti i sensi il Paese; contro tutto e contro tutti. Possibilmente all’insegna di una sfrenata e illogica allegria (sconfinante a tratti nel cazzeggio), di una sana e dirompente anarchia. Cose che, messe in mano a dei genii come Scozzari, Pazienza, Tamburini, ecc. sono stati più dirompenti di una molotov. A volte colpendo nel segno (le memorabili false prime pagine, alcune splendide vignette di un Vincino in forma strepitosa), a volte navigando a vista. Un po’ per stanchezza e un po’ per nascenti, e sempre più frequenti, scazzi interni. Scazzi che, ci ricorda Sparagna nel suo di libro, hanno lentamente portato a un esaurirsi dei colpi di genio e a un lento, ma forse inesorabile, trasmigrare dei talenti verso altri – più consoni – lidi. Frigidaire rappresentò, per i più talentuosi del gruppo, per coloro che avevano voglia di portare a livelli più estremi il proprio percorso artistico (è il caso di Tamburini e i suoi sperimentalismi grafici, evoluzione ultima di una ricerca che dal segno si spostava pian piano all’immagine distorta) in spazi più ampi. Ma Frigidaire, parto intellettuale e artistico del gruppo Sparagna-Pazienza-Scozzari-Tamburini-Liberatore, non fu solo palestra d’artisti. Fu, e lo fu alla grande, fonte di reportage (a volte in netto anticipo sui tempi: fece scalpore fra i lettori, ma fu bellamente sottovalutato dalle autorità sanitarie, quello su una malattia allora sconosciuta che, dopo, sarebbe passata alla Storia come AIDS), di resoconti giornalistici che nulla avevano da invidiare ai grandi giornalisti dell’epoca. Una cosa accomuna entrambe le avventure: comunque la si metta, aldilà di ogni storia personale, Il Male e Frigidaire furono due realtà scomode per il potere costituito. E se avrete la pazienza di leggere i due libri in questione forse riuscirete a capire perché la satira e la libertà d’espressione sono cose che, almeno a queste latitudini, è meglio tenere sotto controllo.

Abbiamo parlato di
Vincino, Il Male. 1978-1982. I cinque anni che cambiarono la satira, Rizzoli, € 22,90
Vincenzo Sparagna, Frigidaire. L'incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d'arte del mondo, Rizzoli, € 29,50

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